Amnistia: dopo il ministro Cancellieri anche il presidente Napolitano invia un messaggio ai Radicali per la marcia di Natale
Dopo la lettera inviata dal ministro Cancellieri a Laura Arconti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrive a Rita Bernardini per esprimere il proprio apprezzamento per la marcia di Natale a sostegno dell’amnistia.
Il ministro Annamaria Cancellieri aveva espresso il 19 dicembre, attraverso una lettera inviata alla presidente di Radicali Italiani, il suo sostegno alla marcia di Natale per l’amnistia nonostante il suo ruolo istituzionale le impedirà di partecipare.
Il ministro ha ribadito il suo appoggio alle iniziative dei radicali in materia di giustizia:
«Nel venire al Suo gentile invito a partecipare all’importante manifestazione organizzata dal Partito Radicale nella giornata di Natale proprio per richiamare l’attenzione sulla necessità che venga approvato un provvedimento straordinario di amnistia e indulto, ritengo, per ragioni che mi auguro Lei comprenda, che il mio ruolo istituzionale non mi consente di partecipare personalmente.
Mi creda, però, le mie non sono parole di circostanza, nel corso della “marcia”, che costituisce un ulteriore testimonianza dell’impegno civile costantemente profuso dalla Vostra Organizzazione per l’affermazione della dignità e dei diritti umani, vi sarò idealmente vicina.
Nella certezza che la manifestazione riscuoterà il meritato successo e nell’esprimerLe i miei sentiti e sinceri sentimenti di stima, Le invio i miei (ndr scritto a mano) più cordiali ed affettuosi saluti»
“Temi tradizionali delle vostre battaglie –scrive Napolitano rivolgendosi alla segretaria di Radicali Italiani– dei quali ho più volte sottolineato l’importanza e l’urgenza”. Plauso del Presidente al mondo cattolico per il sostegno e la partecipazione alla marcia.
Ecco il testo integrale della lettera:
Gentile Onorevole,
in occasione dello svolgimento della III Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà, organizzata per il giorno di Natale dai Radicali italiani, desidero esprimere il mio apprezzamento per l’iniziativa che intende riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica, con una larga partecipazione del mondo cattolico e del volontariato, temi tradizionali delle vostre battaglie, dei quali ho più volte sottolineato l’importanza e l’urgenza.
Di recente, l’8 ottobre scorso, ho inviato un messaggio alle Camere e vi ringrazio di averlo posto al centro della manifestazione. In quel testo, come è noto, ho affrontato la drammatica questione carceraria partendo dal fatto di eccezionale rilievo costituito dal severo pronunciamento con il quale nel gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo ha messo in mora il nostro paese, dopo aver giudicato già quattro anni fa la situazione delle nostre carceri incompatibile con l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
In quella sede ho sottolineato come la necessità di cambiare profondamente le condizioni delle carceri in Italia costituisce non solo un imperativo giuridico e politico, imposto sia dalla Convenzione Europea sia dalla nostra Carta Costituzionale, ma anche e soprattutto un dovere morale. Se infatti lo Stato deve farsi carico della sicurezza dei cittadini e delle sacrosante aspettative di giustizia delle vittime dei reati, ciò non deve esimere dal dovere di far sì che i luoghi di detenzione non umilino la dignità delle persone e corrispondano alla funzione rieducativa della pena.
Ho quindi indicato una molteplicità di possibili interventi legislativi e amministrativi nonché, data l’urgenza di ottenere in tempi brevi, entro il prossimo 28 maggio come richiesto dalla Corte, sostanziali riduzioni del sovraffollamento delle carceri, la possibilità di accompagnare tali interventi con provvedimenti di clemenza generale, che avrebbero altresì l’effetto di accelerare i tempi di amministrazione della giustizia, anch’essi attualmente incompatibili con i principi della richiamata Convenzione europea e con l’articolo 111 della nostra Costituzione.
Resta ovviamente fermo che spetta al Parlamento, eventualmente sentendo il Governo, assumersi la responsabilità di ritenere essenziale o non essenziale, ai fini del rispetto delle indicazioni della Corte di Strasburgo, l’adozione delle ipotizzate misure di clemenza, anche alla luce delle misure che saranno state eventualmente adottate nel frattempo.
Con viva cordialità,
Giorgio Napolitano