Enzo Tortora
Enzo Claudio Marcello Tortora (Genova, 30 novembre 1928 – Milano, 18 maggio 1988) è stato un conduttore televisivo e politico italiano.
Insieme a Raimondo Vianello, Mike Bongiorno, Corrado e Pippo Baudo è considerato uno dei padri fondatori della radio e della televisione italiana. Negli anni cinquanta è stato anche interprete di fotoromanzi per il periodico femminile Grand Hotel.
Il suo nome è ricordato anche per un caso di malagiustizia di cui fu vittima e poi denominato Caso Tortora. Enzo Tortora fu infatti accusato di gravi reati ai quali tuttavia era totalmente estraneo, sulla base unicamente di asserzioni provenienti da un inquisito per mafia; è stato per questo arrestato e imputato di associazione camorristica e traffico di droga. Solo dopo anni di carcere ingiustamente scontati, la sua innocenza è stata dimostrata e riconosciuta dalla stessa magistratura che lo aveva coinvolto, e che lo ha definitivamente assolto. Il giornalista è deceduto poco dopo la sentenza che metteva fine al suo calvario.
Questa triste vicenda ha portato a un referendum popolare volto a introdurre la responsabilità civile dei magistrati: il risultato referendario ha dato esito positivo con larghissima maggioranza, ma è stato successivamente abrogato dalla legge varata dal ministro e ex-magistrato Giuliano Vassalli, che ha reintrodotto l’immunità e ripristinato il codice a come era prima del referendum.
Fonte: Wikipedia
Enzo Tortora, da caso umano a evento politico
Il Partito dei Referendum
Trent’anni di lotte radicali per la vita del Diritto e il Diritto alla Vita
Dal 1974 a oggi il Partito Radicale ha promosso 110 referendum raccogliendo in totale più di 63 milioni firme autenticate e certificate – almeno 500.000 per ogni referendum. La Corte Costituzionale ha bocciato 48 referendum, mentre il Parlamento è intervenuto approvando 8 nuove leggi che hanno impedito ai cittadini di esprimersi. Il popolo italiano ha potuto votare per 47 referendum promossi dal Partito Radicale e per 35 volte hanno prevalso i “sì”, ottenendo maggioranze fino a oltre il 90%.
Al Partito Radicale si devono riforme storiche, tra cui la legalizzazione di divorzio e aborto, l’obiezione di coscienza, il voto ai diciottenni, lo stop alle centrali nucleari, la riforma del sistema elettorale in senso maggioritario, la depenalizzazione dell’uso personale di droghe leggere, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la chiusura dei manicomi e l’affermazione dei diritti dei transessuali.