PDL SU REFERENDUM GIUSTIZIA: “Lo spirito complessivo di questi Referendum punta a restituire alla sovranità popolare”
Ignazio Zullo, Capogruppo PDL alla Regione Puglia, il sen.Francesco Amoruso, Coordinatore Regionale PDL, il sen. Massimo Cassano, insieme ad Annarita Digiorgiodel Comitato Promotore, hanno illustrato le ragioni di civiltà che sottostanno alla raccolta di firme per i Referendum di iniziativa radicale per la Giustizia giusta.
In particolare gli esponenti del PDL hanno evidenziato la totale condivisione dell’intero Partito all’iniziativa referendaria relativa ai quesiti referendari in materia di responsabilità civile e separazione delle carriere dei Magistrati e di custodia cautelare, che rispondono battaglie che il centro-destra ha sempre condotto a favore di una Giustizia non faziosa né arbitraria, che –tutelando la società nel dominio imparziale della legge- rispetti comunque la sacralità della persona umana.
A tal fine il Gruppo Consiliare del PDL ha predisposto il seguente documento:
“1) per la “responsabilità civile” dei Magistrati. Ricordiamo infatti che nelle professioni intellettuali la responsabilità personale è sanzionata per imperizia, imprudenza e negligenza e, conseguentemente, assumere la responsabilità civile di un esercente una professione intellettuale, come quella di Magistrato, significhi rafforzare la motivazione del professionista ad essere “perito”, e cioè ad aggiornarsi continuamente, ad essere prudente e diligente nell’esercizio delle sue funzioni. Questo Referendum era stato già proposto nel 1987 da Socialisti, Liberali e Radicali e , pur avendo registrato una netta maggioranza dei cittadini a favore della responsabilità civile, è stato di fatto successivamente insabbiato. Anche nella passata legislatura il PDL ha provato ad introdurre l’argomento nella nostra legislazione, ma è stato bloccato in Parlamento del formidabile “partito dei giudici”. Adesso ci riproviamo attraverso la mobilitazione popolare;
2) contro l’ abuso della “custodia cautelare”. In un Paese che si fonda su una Costituzione che sancisce la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, non condividiamo l’idea che presunti innocenti, ancorchè indagati, possano essere incarcerati se no per gravi motivi di sicurezza. In un sistema carcerario ampiamente al di sotto della decenza la maggioranza dei detenuti sono in attesa di giudizio, e cioè presuntivamente innocenti, tant’è che molti di essi sono assolti nei vari gradi di giudizio che devono sostenere, dopo aver subito una intollerabile privazione della libertà. Lo strumento continua ad essere abusato palesemente al di là dei tre presupposti che lo legittimano (pericolo di fuga, di reiterazione del reato, di inquinamento delle prove). Limitarlo è un dovere per restituire il nostro Stato al novero di quelli degni di essere definiti “di diritto”.
3) Per la separazione della carriere de Magistrati tra PM e Giudici: trattasi di unsa regola scontata in gran parte dei Paesi liberi, sulla quale si fonda la doverosa eguaglianza tra difesa ed accusa nel processo, altrimenti destinato a gravi squilibri a favore della prima proprio per la colleganza e la contiguità anche fisica tra accusatori e giudicanti. Anche su questo tema il Centro-destra ha esperito numerosi tentativi di soluzione, fino alla mediazione avanzata di cui alla Riforma-Castelli, poi smantellata su dettatura della lobbie giudiziaria dal successivo Governo-Prodi.
“Lo spirito complessivo di questi Referendum- si legge nel documento redatto- punta a restituire alla sovranità popolare il primato su una Giustizia che dovrebbe essere amministrata- come si legge nei Tribunali- in nome del Popolo, e di indirizzare tale primato a sostegno di elementare garanzie di libertà per i cittadini.
Laddove non arriva la Politica, bloccata dall’onnipotenza anche mediatica del giustizialismo militante, arrivi il Popolo con le sue firme ed i suoi voti.
Con questo nostro impegno, noi vogliamo metterlo nelle condizioni di farlo.
Quanto ai quesiti, sono quelli che tecnicamente consentono di rivedere nel senso voluto la legislazione vigente. Ma- come sempre- quel che conta non è tanto la loro lettera, quanto il loro significato politico e civile, che noi sposiamo ed intendiamo portare al successo.
L’occasione peraltro è utile per esprimere al Presidente Berlusconi, oggetto di una ventennale persecuzione giudiziaria non a caso a partire dalla sua “discesa in campo”, ed in questi giorni a rischio addirittura di estromissione dalle Istituzioni ad onta dei 10 milioni di Italiani che lo hanno votato e tornerebbero ancor più numerosi a votarlo, la solidarietà e l’affetto del PDL di Puglia.”
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