Referendum Radicali, un primo resoconto
Sottoscrizioni molto inferiori alla soglia delle 500 mila firme prevista dalla legge per quanto riguarda i sei quesiti referendari in materia di “liberta’ e diritti civili”: l’abolizione del finanziamento ai partiti e la modifica dell’8 per mille, l’abrogazione delle attuali norme sull’immigrazione e sulla droga e il divorzio breve. Le circa 150 mila firme raccolte su questi quesiti, seppure insufficienti, sono state depositate in ogni caso in Cassazione a sostegno del ricorso che verrà presentato al Comitato diritti umani dell’Onu, per violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici.
“Gli italiani non potranno votare questi 6 referendum – hanno dichiarato Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani – perché siamo stati battuti da uno Stato fuori legge che ha impedito a milioni di italiani di firmare e perche’ la sinistra, come la destra, non li hanno voluti in quanto scomodi alla partitocrazia”.
In una lettera inviata ieri a tutti a parlamentari Staderini e De Lucia parlano di “una storica convenzione antirefendaria del sistema politico italiano e alle illegalità istituzionali che connotano il prima, il durante e il dopo di ogni referendum, trasformano la seconda scheda, attraverso la quale – proseguono – i cittadini partecipano direttamente all’attività legislativa, in un’impresa titanica che rende proibitiva la raccolta firme su tutti quei referendum che non sono graditi ad almeno una delle grandi componenti della partitocrazia”.
I referendum giustizia
Hanno invece superato la soglia delle 500 mila firme i referendum sui temi della giustizia.
“In questo – ha dichiarato Rita Bernardini al Clandestinoweb – ci ha molto aiutato Silvio Berlusconi. I media infatti hanno iniziato a parlare dei nostri referendum solo quando c’è stato lo “scandalo” delle 12 firme di Berlusconi… Convinto da Pannella, ha compreso – seppure in ritardo rispetto alle sollecitazioni del leader radicale – l’importanza di dare la parola ai cittadini ed è per questo che li ha sottoscritti tutti, anche quelli che lui stesso ha detto di non condividere. Tuttavia, come dicevo, la sua posizione è stata tardiva: si è fatto avanti all’inizio di settembre e noi avevamo la scadenza tassativa per la consegna firme il 30 dello stesso mese”. Bernardini in merito agli altri quesiti aggiunge: “Ha sbagliato chi si è fidato delle promesse fatte da partiti come Sel o i socialisti di Riccardo Nencini, che alla fine, nei fatti, hanno dato un apporto pari a zero”.
Il conteggio della Cassazione e i tempi
532158 secondo il conteggio dei responsabili del comitato Giustizia Giusta che precisano a La Notizia (Giornale.it) quanto questo calcolo sia stato possibile solo per un quesito quello sulla responsabilità dei magistrati.
All’esame dell’ufficio preposto alla Suprema Corte andranno dunque due quesiti sulla responsabilità civile dei magistrati, l’abolizione dell’ergastolo e del fuori ruolo per i magistrati, la separazione delle carriere in magistratura e lo stop dell’abuso della custodia cautelare in carcere.
«Si aprirà un contenzioso di tipo nuovo con la Cassazione. Di per sé le firme sarebbero sufficienti, a fare la differenza sarà la valutazione della Corte sulla loro validità» spiega il tesoriere del partito radicale Maurizio Turco.
La Cassazione entro la fine di ottobre dirà quali quesiti hanno le firme necessarie; in caso positivo entro dicembre la consulta si pronuncerà sulla costituzionalità dei quesiti ammessi dalla Cassazione.
Roma, 01 ottobre 2013
Per visualizzare il video della consegna delle firme in Cassazione, leggere la lettera di denuncia all’ONU, ascoltare l’intervento di Maurizio Turco e leeggere l’intervista a Rita Bernardini clicca qui